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Calcio, Serie A / INTERvallo per lo scudetto

di Simone Lo Giudice e Giuseppe Enrico Battaglia

La Juventus tiene il tempo e le inseguitrici si adeguano. L’Inter passa dalla profanazione dello Juventus Stadium all’involuzione che non ti aspetti, mentre il Napoli al San Paolo manca ancora una volta i tre punti. In una giornata ad andamento lento, la Fiorentina dell’Aereoplanino Montella legittima il suo status di squadra rivelazione. Qualcosa di serio è decollato.

L’Inter degli applausi è un ricordo scaduto da due settimane. Nelle ultime due partite (abbordabili?) contro Atalanta e Cagliari, gli StramaBoys hanno raccolto un misero punticino senza incantare. La squadra prova a stare sul pezzo, ma appare psicologicamente svuotata, quasi provata dal filotto di vittorie consecutive culminato nell’impresa di Torino. Contro l’Atalanta era mancato l’approccio, contro il Cagliari è venuta meno l’attenzione. Per vincere uno Scudetto non basta una squadra complessivamente buona. Sul più bello abbiamo perso l’Inter delle dieci vittorie consecutive, che ha fatto del cinismo il suo modus vivendi. La Juventus dista appena 4 punti, ma questo imprevisto INTERtvallo potrebbe pesare sul cammino nerazzurro delle prossime giornate.

1 punto per Stramaccioni nelle ultime due partite, 4 per Conte. Dopo la manita rifilata al Pescara, la Juve impatta sul Muro Marchetti nell’anticipo del sabato contro la Lazio. A pochi giorni dalla supersfida di Champions contro il Chelsea campione in carica, si è vista una squadra comunque in salute e altamente competitiva. Difficilmente l’Europa riserverà piacevolissime sorprese, ma in Italia non esiste una squadra che valga quanto la Juventus per organizzazione e alternative di gioco. Manca solo un grande attaccante, il jolly che non puoi giocarti nelle partite difficilmente sbloccabili. Con un Van Persie in più, Conte avrebbe potuto sbancare il lunario anche in Champions League.

Come l’Inter, anche il Napoli non approfitta del passaggio a semivuoto bianconero. Inler e Insigne relegano subito il Milan a due goal di distanza, ma poi sale in cattedra il solito El Shaarawy che serve il pareggio rossonero proprio sul finale. In tempi recenti la squadra di Mazzarri avrebbe asfaltato un Milan subito in difficoltà, ma non abbiamo più il Napoli delle scorse stagioni. Manca soprattutto la profondità di Lavezzi, che faceva salire la squadra nei momenti di difficoltà. Dall’altra parte si è visto un Milan accettabile, una squadra comunque molto arrabbiata. La visita del patron Berlusconi a Milanello ha scosso le coscienze, ma l’effetto rischia di essere a breve termine. Domenica prossima c’è Milan-Juventus, una classicissima improvvisamente scaduta a posticipo qualunque per l’assenza di un Milan degno di essere chiamato tale. Per Allegri i problemi non sono finiti.

Nel weekend in cui Juventus, Inter e Napoli mancano i tre punti ci pensa la Fiorentina di Montella a fare notizia.

Nessuno come la Viola ha raccolto 19 punti su 21 disponibili in casa, subendo appena 3 reti (miglior difesa casalinga) e facendone ben 15 (miglior attacco tra le mura amiche). Numeri che non rispecchiano fino in fondo la bellezza di questa squadra, che ostenta un possesso palla di primissimo livello, alternato a improvvise accelerazioni sottoporta e brusche verticalizzazione per i terminali offensivi. Come la Juventus dello scorso anno, questa Fiorentina non gioca le Coppe europee e appare affamata. Il pensiero Scudetto è stupendo, ma sembra troppo. Anche se a Firenze appare legittimo sognare di fronte a una meraviglia simile.

PAGELLE:

Federico Marchetti voto 9: piega al suo volere lo Juventus Stadium e la fisica, portando a casa il risultato in una partita 11 contro 1. Adombrato da Klose e Hernanes, si gode la sua serata da fenomeno vero: il mondo non capisce che, senza di lui, la Lazio occuperebbe altra posizione. CAVALIERE OSCURO

 

Libor Kozak voto 4: dopo aver appreso che il Fraschini seleziona volti nuovi per un corso di teatro, si butta a terra inscenando un “Otello Infortunato”. Orsato non se la beve, e prolunga di altri trenta secondi il recupero, segno che la volontà c’è, il talento meno. IL PROSSIMO

 

Christian Abbiati voto 7 insospettabilmente: trafitto nei modi più esilaranti, l’attapirato Abbiati ha un merito: grazie allo svantaggio, il Milan trova la motivazione per portare a casa punti dal San Paolo. Che la sua fosse una tattica? PSICOLOGIA INVERSA

 

Carlos Alfredo Labrin voto 2: con la sua squadra in nove uomini, pensa bene di entrare col piede a martello, altezza rotula, su Alessandro Diamanti. A nome dell’Italia tutta, chiedo che quest’uomo non calchi più un campo da calcio italico. DASPO

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