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Breve storia di Stephen Hawking

«La maggior parte delle persone troverebbe piuttosto ridicola quest’immagine del nostro universo che poggia su una torre infinita di tartarughe, ma perché mai noi dovremmo pensare di saperne di più? Che cosa sappiamo sull’universo, e come lo sappiamo?» scriveva Stephen Hawking nel primo capitolo, intitolato La nostra immagine dell’universo, del celebre testo divulgativo Dal Big Bang ai buchi neri, la cui prima edizione risale al 1988. La domanda che si poneva il cosmologo e astrofisico britannico, nonché direttore del Dipartimento di Matematica Applicata e Fisica Teorica di Cambridge, è ancora molto attuale. Purtroppo, egli non potrà più dare nessun contributo a tale causa: muore, infatti, la mattina del 14 marzo 2018.

Stephen Hawking è nato a Oxford l’8 gennaio 1942 (nello stesso giorno ma 300 anni prima moriva Galileo) e all’età di 21 anni è costretto alla sedia a rotelle da una malattia del motoneurone, la quale gli ha causato una disabilità progressiva nel parlare, camminare e, addirittura, respirare.

Nonostante questo è conosciuto nel mondo accademico come uno dei più importanti scienziati della storia, tanto che il suo nome viene affiancato a quelli di Newton e Einstein. La sua fama è dovuta alle importanti teorie in campo cosmologico: gli istanti successivi al Big Bang e i buchi neri erano i suoi principali campi di ricerca. In particolare, nel 1974 ha dimostrato che un buco nero può essere descritto mediante leggi termodinamiche, teorizzando la cosiddetta radiazione di Hawking. Egli era fermamente convinto che l’informazione potesse essere completamente distrutta: secondo questa ipotesi, facendo cadere una pagina di un’enciclopedia in un buco nero, non dovrebbe esistere nessun processo che possa ricostituirla; in altre parole, tutto ciò che c’è scritto su quella pagina non sarebbe più accessibile. Il fisico John Preskill non ne era convinto e, data la natura ironica di Hawking, ha scommesso con lui su chi avesse ragione: in palio c’era una enciclopedia sul baseball che Preskill ha ricevuto nel 2004, dopo la resa dell’avversario.

Stephen Hawking è conosciuto anche dalla gente comune: oltre alle opere di divulgazione scientifica, è apparso in Star Trek e Big Bang Theory. Come già detto, l’ironia e l’autoironia lo contraddistinguevano: ritroviamo queste caratteristiche in alcune puntate de I Simpson e Futurama, in cui Hawking viene presentato con la voce metallica tipica del sintetizzatore vocale che trasformava in suono tutto ciò che egli scriveva su un computer. Inoltre nel 2014 esce il film biografico La teoria del tutto, diretto da James Marsh, che si propone come l’adattamento cinematografico della biografia Verso l’infinito scritta dall’ex moglie dello scienziato.

Carlo Rovelli dice di lui: «Ha avuto intuizioni visionarie sulla struttura dello spazio e del tempo, sull’origine dell’universo, e sul fato dei buchi neri». Intuizioni che sono state sviluppate fin dall’inizio della sua carriera: chi è nel settore può leggersi la sua tesi di dottorato, dal titolo Properties of expanding universes, in cui analizza le implicazioni e le conseguenze dell’espansione dell’universo.