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#birdmenconsiglia: Appunti di un giovane medico

Spesso, in un museo molto frequentato, corriamo a vedere l’opera più famosa e, per battere la concorrenza degli altri visitatori, ci lasciamo sfuggire opere che riteniamo minori. “Capre! ci chiamerebbe un famoso critico d’arte. Succede la stessa cosa con le serie tv. L’offerta amplissima, la roboante pubblicità delle major televisive, il tam-tam sui social ed ecco che ci ritroviamo a fare binge watching di Game of Thrones e Breaking Bad, come da manuale. Ma se ci si fermasse un attimo a osservare il corso impetuoso del fiume in cui ci ritroviamo, si scorgerebbero anse più tranquille, amene e poco frequentate. Anse per pochi e serie tv per pochi. Appunti di un giovane medico (A Young Doctor’s Notebook) è sicuramente una di queste. Nata nel 2012 per volere dell’emittente Sky Arts, Appunti è una mini-serie che si colloca in quella fetta di mercato che sta tra l’opera d’arte e l’opera letteraria. È nel Regno Unito che viene prodotta, ma il vero padre è russo, lo scrittore Mikhaíl Bulgakov, dai cui scritti è tratta la storia di Vladimir “Nika” Bomgard, il “giovane medico”. In Italia, dove a trasmetterla è stata Sky Arte, se n’è parlato poco, forse per la sua natura indipendente e molto particolare: Appunti non è una serie come le altre, ormai l’avete capito. In due serie, da quattro episodi ciascuna, si dipana la storia del neolaureato Nika (Daniel Radcliffe), giovane medico di Mosca che, alla vigilia della Rivoluzione d’Ottobre, ancora inebriato dagli stucchi dorati del teatro Bolshoi e dalla vita mondana a lui tanto cara, si ritrova sbattuto nella gelida e isolata campagna russa per ricoprire il suo primo incarico di medico. Conosciamo la sua storia attraverso gli appunti giovanili del protagonista che, da adulto, li ritrova nel proprio studio. Il Nika maturo (Jon Hamm) rilegge e rivive la propria gioventù attraverso quelle pagine. Tutto chiaro, direte, e invece no, proprio qui sta la magia di Appunti: il Nika giovane e il Nika adulto compaiono spesso nella stessa scena, dialogano tra loro, l’adulto cercando di impedire al giovane di commettere gli sbagli enormi che lo porteranno sull’orlo del disastro, il giovane cercando qualsiasi scusa per fuggire dalla voce della propria coscienza, rappresentata sulla scena dal sé adulto. La scelta registica è straniante e nuovissima: come può infatti un personaggio del futuro influire sulla propria vita da giovane? È solo una scelta narrativa? Chissà, ma l’arrivo nel villaggio di Muryevo, condito da un senso dell’umorismo tutto inglese, è l’inizio di un vero e proprio scontro frontale con la realtà, per il giovane Nika, e, per noi, di un viaggio attraverso una Russia un po’ stereotipata e per questo spassosa, un viaggio tra operazioni chirurgiche esageratamente splatter, tra bolscevichi ubriachi  e tra infermiere ossessionate dalla memoria del predecessore di Nika, il mitico Dottor Leopold Leopoldovitch, uomo dotato di un carisma infinito. Riuscirà il Giovane Nika a non mandare all’aria tutti i propri sogni perdendosi nelle gelide steppe russe? Riuscirà il Nika adulto a rimediare ai propri sbagli e farsi perdonare da colei che scaldò il suo letto in gioventù? Potreste scoprirlo leggendo la biografia di Bulgakov, che basò i suoi racconti sul proprio vissuto giovanile, ma forse vi rovinereste la sorpresa e il godimento del cortocircuito tra serie tv, racconti e biografia, che crea una grande, piccola opera d’arte letteraria e multimediale.

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