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Birdmen alla proiezione stampa dell’atteso film d’animazione: “Big Fish & Begonia”

Al Cinema Caravaggio di Roma, si è tenuta la proiezione stampa dell’atteso film di animazione cinese Big Fish & Begonia (2016), diretto da Liang Xuan e Zhang Chun, nelle sale italiane a partire da giovedì 21 giugno grazie a Draka Distribution. Il film è stato presentato nell’ambito della conferenza stampa dell’ottava edizione dell’Aqua Film Festival di Roma – dal 7 al 9 giugno –, alla presenza dell’ideatrice e direttrice artistica Eleonora Vallone, felice di avere un titolo di questo calibro tra gli eventi speciali del Festival.


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Big Fish & Begonia, erede delle fantasie animate del giapponese Miyazaki, narra in toni epici la vicenda della giovane Chun, abitante di un mondo ultraterreno il cui compito è quello di vegliare sull’umanità, senza però poter entrare in contatto con quest’ultima. Al compimento dei sedici anni, i ragazzi del mondo parallelo devono trascorrere sette giorni sulla Terra, nelle sembianze di delfini rossi, per osservare e studiare gli esseri umani. Durante la sua esperienza iniziatica, Chun si innamora però di un pescatore che, per salvarle la vita, rimane ucciso. Da questo momento, Chun farà di tutto per riportare alla vita il suo benefattore, con conseguenze problematiche per se stessa e per l’equilibrio della sua terra.

big-fish-and-begonia 01Denso di riflessioni sulla vita e sulla morte e di suggestioni derivanti dalla mitologia cinese – le fonti letterarie sono il classico taoista Zhuangzi, dal nome del filosofo e mistico cinese, lo Shan Hai Jing, conosciuto come Libro dei monti e dei mari, e lo Soushen Ji o In cerca del supernaturale –, l’opera di Xuan e Chun è anche una parabola formativa sull’accettazione della perdita e sui cicli della Natura, in cui nulla muore davvero perché la materia si trasforma e l’anima sopravvive. L’acqua funge da elemento principale, assolvendo nella sua simbologia, a entrambi i concetti di nascita e distruzione. E il concetto di trasformazione è ben restituito anche grazie alla componente tecnica, tramite cui due registi costruiscono virtuosistici arabeschi visivi e metamorfiche coreografie grafiche, unendo all’animazione classica una accurata C. G. I., con esiti talmente riusciti da essere stati paragonati a quelli del famoso Studio Ghibli (Il mio vicino Totoro, 1988; Una tomba per le lucciole, 1988; La città incantata, 2001, solo per citare alcuni dei titoli più celebri e celebrati).

Per realizzare questo loro primo lungometraggio, Xuan e Chun hanno dovuto dare vita a una campagna di crowfunding, riuscendo a reperire finanziamenti da ben 4000 persone nell’arco di dodici anni. Un iter produttivo non facile che ha però dato i suoi frutti – tra cui gli oltre 85 milioni di incassi nella sola Cina –, alzando le aspettative di quello che potrebbe diventare uno dei titoli di animazione cinesi più famosi della Storia.


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