Attualità

Bestie e viltà

di Federica Mordini

Se il buongiorno si vede dal mattino.

Per l’Italia, tutta, non è sicuramente un buon giorno, ma non lo è soprattutto per Brindisi, che improvvisamente si è trasformata in un teatro dell’orrore. Un ordigno rudimentale è esploso stamattina di fronte ad un Istituto Professionale, frequentato perlopiù da ragazze, intitolato a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone. Quella bomba ha ucciso una ragazza di 16 anni e ne ha lasciate altre in condizioni gravissime. Una sta ancora lottando tra la vita e la morte.

I giornali non hanno perso una frazione di secondo per dare il via alla consueta serie di ipotesi di cause che abbiano potuto scatenare l’attentato. Non si conoscono ancora la matrice e le ragioni, anche solo ‘simboliche’ (che poi si possono davvero definire simboliche?), ma si conoscono le vittime e i danni che tutto ciò ha provocato.

A poco a poco si iniziano ad unire i puntini, come disse una volta Jobs. Saviano, sul suo profilo Twitter, getta luce sulla Sacra Corona Unita, Riotta auspica la sconfitta di questi atti di terrorismo attraverso la verità, altri sono semplicemente sconvolti per la violenza di questo gesto, che ha colpito un obiettivo giovane, innocente.  Intanto si organizzano già incontri in varie città italiane: sempre sui Social Network si apprende che, ad esempio, a Milano il Comune ha richiamato i cittadini in Piazza San Fedele nel pomeriggio, mentre a Pavia sarà allestito un presidio di solidarietà alle 17.30 in Piazza della Vittoria. In un momento del genere si sente la necessità di  riflettere sull’accaduto e dimostrare un’unità di intenti e di umanità contro questo abominio.

La ricerca delle cause è un passo fondamentale per rendere giustizia alla vittima e ai feriti, che ancora stanno lottando con le ferite subite in seguito all’esplosione. Tuttavia, in questo momento, è importante riflettere sull’ondata di violenza che sta acquisendo sempre più forza in Italia, mietendo vittime e feriti. Alcuni dicono che la storia non può ripetersi, ma la scia di attentati di stampo mafioso, anarchico e politico, sembra riportare il paese inesorabilmente indietro nel tempo, ai famosi “Anni di piombo” e al periodo delle stragi.

Il particolare più vergognoso è che ad essere colpita sia stata una scuola, quello che può essere considerato un luogo simbolico, un luogo dove si insegna a combattere contro qualsiasi tipo di violenza, dove si insegna a perseguire e a vivere nella legalità. E l’Istituto Morvillo-Falcone era un esponente di primo piano in questa lotta. Chiunque sia stato l’autore dell’attentato ha fatto male i conti con la forza e la potenza della gioventù italiana, che sicuramente non resterà in silenzio o inerte di fronte ad un simile atto. Il mondo virtuale sta già gridando e si spera continui a farlo anche lo Stato, affinchè non si ripetano gli stessi sbagli del passato.

I dubbi però non smettono di pulsare nelle menti di tutti.  Alcuni riguardano il valore dei figli: quelli morti di fronte all’Istituto Morvillo-Falcone hanno meno valore dei figli di chi ha piazzato quelle bombe? L’Italia sarà in grado di sconfiggere i fantasmi del passato, che poi tanto fantasmi non sono? Ma, soprattutto, perché proprio una scuola?

Resta il fatto che, a prescindere dai reali mandanti, i fatti di oggi sembrano dare ragione a ciò che, una volta, affermò Caponnetto: “La mafia teme più la scuola che la giustizia”.

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