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Auguri ad Alex Zanardi: le condizioni dello sport paralimpico in Italia

“Quando ho saputo del suo incidente ho pianto. Ma lui non molla, lo so. Lo ha insegnato a me, a noi tutti.” Sono le parole con cui Ambra Sabatini, campionessa paralimpica nei 100 m T63, descrive il suo rapporto con Alex Zanardi in un’intervista per il “Corriere della sera”. Proprio oggi, 23 ottobre, lo stesso Zanardi compie 55 anni; abbiamo scelto quindi di riflettere sulla sua carriera e sullo stato di salute dello sport paralimpico italiano.

La storia di Zanardi: dagli incidenti alle medaglie olimpiche

Alex Zanardi comincia la sua attività sportiva come pilota automobilistico professionista. Arriva anche in Formula 1, ma raggiunge i suoi successi principali nel campionato CART americano.

È il 15 settembre 2001, quando al circuito europeo di Lausitzring si verifica un terribile incidente. Dopo l’ultima sosta ai box, Zanardi perde il controllo della sua auto e si ritrova in mezzo alla pista dopo un violento testacoda. L’impatto con un altro concorrente, Tagliani, è devastante: il risultato sarà l’inevitabile amputazione delle gambe, dopo aver passato 50 minuti con meno di un litro di sangue nel corpo. Eppure quello che per molti sarebbe stato l’inizio della fine diventa per lui un’occasione di rinascita.

Dato il suo grande amore per le gare e le sfide, Zanardi non si arrende davanti alla nuova condizione di disabilità iniziando a dedicarsi a una disciplina del paraciclismo, cioè l’handbike nelle categorie H4 e H5. In questo contesto raggiunge risultati eccezionali, tra cui spiccano le medaglie d’oro di Londra 2012 e Rio 2016 nella cronometro H5 e – sempre nell’edizione brasiliana dei Giochi – l’argento nella prova in linea e un altro primo posto nella gara a squadre.

La sua forza d’animo lo ha premiato più di quanto lui stesso avrebbe forse immaginato nel periodo immediatamente successivo a quel funesto 15 settembre. In un’intervista a “La Stampa”, infatti, ha dichiarato che “ognuno di noi ha il proprio modo di reagire, che quasi sempre sorprende anche noi: me l’avessero detto prima, magari avrei pensato che mi sarei ammazzato, cosa che poi non mi è venuta in mente. Il mio caso non è l’unico e non è nemmeno raro.”

Purtroppo il 19 giugno 2020 Zanardi è rimasto vittima di un altro incidente, mentre si allenava nei pressi di Pienza; a più di un anno di distanza egli si trova attualmente in una clinica di riabilitazione. Riesce a interagire e muoversi, ma non ancora a parlare. Agli auguri per il compleanno, aggiungiamo dunque quelli per una guarigione il più veloce e completa possibile.

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Alex Zanardi nel 2012 Crediti: EPA/FACUNDO ARRIZABALAGA

Imprese storiche e differenze di trattamento

L’esperienza di Alex Zanardi si è trasformata presto in un’icona da imitare. Ciò è vero specialmente per altri atleti paralimpici, che come lui si sono dovuti trovare di fronte a una privazione improvvisa. Del resto è ciò che ha affermato la stessa Sabatini, ragazza di 19 anni rimasta senza una gamba a 17, nell’intervista riportata sopra.

Come detto sopra, Ambra Sabatini è stata protagonista di un’impresa straordinaria alle recenti Paralimpiadi di Tokyo: si è laureata infatti campionessa paralimpica nei 100 m T63 con annesso record del mondo, ma l’aspetto davvero senza precedenti di quella competizione è che insieme a lei sul podio sono salite altre due ragazze italiane: Martina Caironi e Monica Graziana Contrafatto.

Nel complesso, tra l’altro, la spedizione italiana paralimpica ha registrato il numero più alto mai raggiunto in tutte le edizioni dei Giochi, con 69 medaglie (14 ori, 29 argenti, 26 bronzi).

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Monica Contrafatto, Ambra Sabatini e Martina Caironi festeggiano al termine dei 100m T63 alle Paralimpiadi di Tokyo 2021 Crediti: EPA/Thomas Lovelock for OIS

Questa tripletta è uno dei tanti exploit senza precedenti compiuti dagli atleti azzurri nella scorsa “estate italiana”. Quello che però molti ignorano è che esiste una profonda disparità nei premi attribuiti dallo Stato ai medagliati olimpici. La cifra varia a seconda che si tratti di normodotati o paralimpici. In Italia una medaglia d’oro alle Olimpiadi vale 180000 euro, alle Paralimpiadi 75000. Il fatto che ci sia una netta discriminazione nei confronti degli atleti disabili è evidente. Questo ha suscitato le critiche di diversi personaggi pubblici di rilievo, tra cui Laura Boldrini.

Allo stesso tempo è indiscutibile che esistano delle differenze tra le due tipologie di competizione, che in parte spiegano il gap economico. Innanzitutto le Paralimpiadi non godono dello stesso numero di sponsorizzazioni e diritti tv delle Olimpiadi. Lo sport in generale è infatti un business che ruota attorno alla visibilità e agli interessi del grande pubblico, ed è innegabile che le gare dei normodotati siano mediamente più seguite.

Allo stesso modo viene a mancare una grande fetta di finanziamenti da parte dei tesseramenti, se pensiamo che nel 2017 il CONI contava circa 4 milioni di iscritti, mentre il CIP – Comitato Italiano Paralimpico – 70000. Un secondo punto riguarda invece lo svolgimento stesso delle gare. Un atleta paralimpico deve affrontare molte meno fasi di qualifica rispetto a un collega olimpico, proprio perchè ci sono meno iscritti nelle varie discipline. In alcune gare alle Paralimpiadi non è stato nemmeno necessario svolgere delle semifinali, ma si è entati direttamente in finale.

Se pertanto queste motivazioni si possono considerare razionali, esiste tuttavia ancora un forte pregiudizio culturale e psicologico nei confronti degli sportivi paralimpici, – e in generale le persone disabili – che ha ben espresso Luca Pancalli, presidente del CIP, in un’intervista a “La Repubblica” durante la Giornata Internazionale delle persone con disabilità nel dicembre 2020: “in Italia la persona disabile viene vista ancora come un soggetto da assistere, non come un pezzo di quella rappresentazione del capitale umano sul quale costruire il progresso. Questo naturalmente è un limite che ci portiamo appresso e che non riusciamo a superare nella produzione di interventi normativi.”

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Luca Pancalli Crediti: LaPresse

Uno sguardo al futuro dopo Zanardi

Negli ultimi anni , però, qualcosa sta cambiando nell’approccio allo sport paralimpico, anche grazie a imprese come quelle di Zanardi e delle ragazze dei 100 metri. In particolare dal 2022 gli atleti paralimpici potranno entrare a pieno titolo all’interno dei Corpi Militari dello Stato, previo superamento di un bando di concorso (come già avviene da tempo per i normodotati). Questo garantirà loro uno stipendio, strutture organizzate e tecnici professionali, in modo da continuare ad allenarsi al meglio.

La speranza è che sia solo un primo passo verso uno sport sempre più inclusivo, come ha detto ancora Pancalli nella conferenza stampa di chiusura delle Paralimpiadi di Tokyo. Su questi risultati bisogna costruire un Paese migliore, bisogna costruire un’Italia migliore, un Paese più equo e giusto per le persone disabili, abbiamo la punta dell’iceberg della migliore Italia sportiva paralimpica. Mi auguro che questo contagio positivo non si spenga con lo spegnimento della fiaccola”.

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La delegazione italiana sfila durante la Cerimonia d’apertura alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 Crediti: Bizzi/CIP

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