Università

Aperta la consultazione pubblica sul valore legale del titolo di studio

 

di Giovanni Cervi Ciboldi

 

Sul sito del MIUR sono iniziate le pubbliche consultazioni riguardanti il valore legale del titolo di studio, come annunciato tempo fa dal ministro Francesco Profumo.

A testimonianza del successo dell’iniziativa, nei soli quattro giorni trascorsi dall’apertura della proposta sono già più di 13000 i contributi raccolti dal Ministero. Un processo fortemente democratico, atto a verificare la volontà della cittadinanza in merito all’accesso alle professioni e al corollario di norme che lo regola.

La volontà di abolire il valore legale del titolo di studio si basa sull’assunto secondo cui – alla luce delle evidenti differenze di risultati – il lavoro dei tanti diversi atenei diffusi in tutta la nazione non può considerarsi aprioristicamente di pari valore: i titoli rilasciati dalle università, seppur identici, possono infatti celare una differente competenza dello studente. Attraverso l’abolizione del valore legale del titolo di studio sarebbero quindi premiati gli studenti degli atenei in grado di certificare l’alto livello della preparazione universitaria dei suoi laureati. Non sarebbe infatti realistico pensare che due identici titoli, ottenuti però in due diversi atenei e con diversi gradi di sforzo e preparazione, possano essere considerati di pari valore al momento dell’approdo al mondo lavorativo. Così come non confrontabili appaiono i voti ottenuti presso identiche facoltà ma in diverse sedi: è infatti evidente la differenza di generosità che intercorre tra i diversi atenei nel conferimento dei punteggi. Tali tematiche sono ben conosciute all’interno del settore dell’impresa privata, dove l’effettiva preparazione dello studente e il prestigio dell’ateneo da lui frequentato vengono tenuti in maggiore considerazione rispetto a quanto avviene nel settore pubblico, dove il semplice possesso di una laurea è uno dei metodi per ottenere uno scatto di carriera automatico, indipendentemente dal proprio impegno e dai propri meriti.

Sul versante opposto, invece, i sostenitori dell’attuale sistema temono che l’abbattimento dell’uguaglianza legale possa instaurare un regime di competizione delle università, le quali potrebbero far leva su una offerta formativa di alto livello al fine di attrarre il maggior numero di studenti: un sistema nel quale prevarrebbero solo le migliori, provocando la riduzione del numero di iscritti alle facoltà di minor prestigio. Ma forse anche una opportunità, per le sedi più piccole, per innalzare il proprio livello.

L’idea del governo è quindi quella di muoversi in una direzione moderna, riconoscendo maggiore importanza alle competenze effettivamente acquisite rispetto al mero titolo di laurea, come già da tempo avviene nel resto d’Europa.

Per partecipare alla consultazione, composta da 15 domande di libero accesso dopo la registrazione al sito, è necessario collegarsi a questo link e cliccare sul banner a destra.La consultazione si chiuderà il 24 aprile.

 

Qualora vogliate ulteriori informazioni ed opinioni in materia di valore legale del titolo di studio, su Inchiostro potrete trovare:
Tra valore legale e valore reale (Giovanni Cervi Ciboldi)
Laurea: alcuni possibili cambiamenti (Francesco Iacona)

 

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