ANTEPRIMA: Suburra – La serie
Il 6 ottobre uscirà la prima serie TV interamente italiana prodotta da Netflix, proposta, per l’appunto, sulla più importante piattaforma streaming mondiale. La serie è il prequel del film Suburra (2015), diretto da Stefano Sollima, a sua volta ispirato dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.
Come detto, è la primissima serie italiana proposta sul gigante mondiale Netflix, e, prima di visionare in anteprima le prime due puntate, ero sinceramente scettico. Ciò che mi preoccupava non era di certo il cast – sostanzialmente lo stesso medesimo del film, fatta eccezione per la mancata partecipazione di Favino e di Amendola – tanto meno la regia, composta da tre soggetti di prim’ordine: Michele Placido – genio assoluto nel genere, fautore di opere come Romanzo criminale (2005) e Vallanzasca (2010) -, Andrea Molaioli – regista di raffinata maestria, che annovera, tra gli altri, lavori importantissimi del calibro de La ragazza del lago (2006) e Il gioiellino (2011) (interpretati, nel ruolo di protagonista, dal mostro Toni Servillo, famoso per il suo scegliere accuratamente solo registi di assoluta qualità onorabili del suo lavoro) – e Giuseppe Capotondi, seppur al suo primo lavoro in ambito televisivo, regista apprezzatissimo in ambito di videoclip musicali, da anni impegnato con giganti del settore come Oil Factory e Factory Film (rispettivamente statunitense e britannica).
Il cast quindi è, almeno dal punto di vista italiano, di prim’ordine, con attori protagonisti del calibro di Alessandro Borghi nel ruolo di Aureliamo Adami (nella serie non ancora fregiato di quella sorta di nome di battaglia, “Numero 8”), apprezzato anche all’estero per lavori come “Non essere cattivo” – di Claudio Caligari (2015), premiato col Nastro d’argento – o Il più grande sogno (2016), di Michele Vanucci, premiato anch’esso col Nastro d’argento; un emergente Giacomo Ferrara nel ruolo di Spadino, attore giovane e di poca esperienza, ma visibilmente dotato di un grande talento, risultando già dalle prime puntate il personaggio più particolare e rappresentativo, seppur nel film venga ucciso quasi subito da Numero 8; Adamo Dionisi, già capace di contraddistinguersi, nell’adattamento cinematografico, con un personaggio (Manfredi Anacleti) assolutamente oscuro e credibilissimo, a tratti spaventoso, forse merito di un trascorso tutt’altro che pulito (Dionisi nel 2001 fu arrestato per spaccio di droga, in qualità, inoltre, di capotifoseria del ben noto gruppo Irriducibili della Lazio, avvicinandosi proprio in carcere, al teatro, chiaro esempio quindi di rieducazione ed espiazione della pena, una volta tanto almeno). Si segnala inoltre la presenza di Claudia Gerini, con un personaggio ancora non identificabile dalle prime due puntate, un sempre ottimo Filippo Nigro, e un emergente Eduardo Valdarnini nel ruolo di un giovane universitario, figlio di un carabiniere in pensione, improvvisato pappone\spacciatore.
Insomma, ciò che mi preoccupava non erano i presupposti dal punto di vista tecnico né artistico, bensì ciò che mi rendeva poco chiara la scelta di questa esclusiva, era il tema trattato, trovandoci già inondati di storie che definiscono un aspetto così attuale e vergognosamente pragmatico della situazione italiana, di un Paese che vive di mafie e di corruzione, e che spinge sulla glorificazione di storie sporche (ho sempre trovato la serie Gomorra, seppur avvincente, un’apologia alla camorra), come se leggere un qualsiasi quotidiano ogni giorno non fosse sufficiente a nutrire quell’aspetto che purtroppo pare endemico in una società come la nostra. Che ciò però possa interessare a qualcuno è più una speranza che un’esigenza, e poco importa la presa d’atto che ancora una volta sembri farsi vanto di un così grave e misero aspetto, e che l’immagine che potrebbe suscitare agli occhi di chi l’Italia non la vive è dannosa e triste.
Essendo però anch’io vittima di un fascino perverso, mi trovo a dovervela consigliare caldamente, rimanendo in attesa dell’uscita ufficiale e del proseguo della serie, la quale son certo riscuoterà enorme successo, visto il grande livello artistico-tecnico dei fautori, ed i temi trattati.