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Annabella: sempre e solo a Pavia

Pavia è famosa per aver dato i natali a tante cose e a ben vedere ha dato un vero contributo in ogni settore: per la cultura ha l’Università tra le più antiche del mondo, per lo spettacolo ha Gerry Scotti e Maria de Filippi, per la musica ha Max Pezzali e Ambrogio Maestri, per il cibo ha il risotto, e così via. Colpa forse della vicinanza con Milano, Ticinum però non viene granché annoverata come polo della moda. Qualcuno forse si ricorderà delle vecchie macchine da cucire della Necchi, ma la vera punta di diamante rimane Annabella. Carico di storia, il marchio rimane a Pavia per un legame di affetto, cultura e di pubblicità: Annabella è solo a Pavia. Per i pavesi e per tutti i forestieri che per scuola, università e lavoro cavalcano i sampietrini di Corso Cavour, i portici del Demetrio, sede della pellicceria dal 1957, sono più di un semplice marciapiedi coperto: è un vero e proprio punto di incontro, il luogo per antonomasia in cui darsi appuntamento. C’è però da domandarsi come faremo a trovarci ora che si traferirà in Minerva. Per meglio rispondere abbiamo sentito direttamente Riccardo Ravizza, CEO di Annabella Pavia.

Partiamo dalla notizia che più delle altre ha fatto parlare di Annabella ultimamente: il trasferimento dal centro alla Minerva.

Dalla Minerva parte Corso Cavour, quindi inizia il centro storico. La scelta della location quindi è stata dettata dal rimanere sempre nel “centro città” ma in una posizione più visibile e fruibile anche dai clienti (90% di fuori Pavia) che vengono a trovarci.  Spesso si era abituati a dire “ci troviamo all’Annabella”, sottintendendo i portici del Demetrio; probabilmente ci si abituerà a dire “ci troviamo all’Annabella” sottintendendo quindi la Minerva.

Essendo Inchiostro parte di una delle più grandi realtà della città, non possiamo non chiederci qual è il vostro rapporto con Pavia.

Il legame è strettissimo: Annabella è solo a Pavia, e in questo nuovo corso ci teniamo a sottolineare “SEMPRE E SOLO A PAVIA”. Qui è nato il brand 60 anni fa, noi siamo di Pavia e qui Annabella continuerà a essere presente, come è sempre stato. Diverso il discorso per l’altro brand, Simonetta Ravizza, che invece ha la sua sede a Milano ed è distribuito in tutto il mondo.

Il nostro pubblico è piuttosto giovane, ci rivolgiamo principalmente agli universitari, quindi: qual è il rapporto del vostro brand con i giovani?

60 anni di storia che si rinnova! Questo è lo slogan che ci accompagna in questa trasformazione. Proprio perché l’utenza è cambiata, anche il concept di vendita deve essere attualizzato. Non dico che ci rivolgeremo ai “millenials”, ma sicuramente ad un pubblico più giovane.

Andiamo nello specifico: hanno ancora senso le pellicce oggi o c’è altro in Annabella? e qual è il futuro di un settore così particolare?

La pelliccia è sempre di moda, è un dato di fatto riscontrato anche nelle collezioni di moltissimi stilisti, semplicemente è cambiata. Totalmente! Colori, nuovo styling, nuove lavorazioni, abbinamenti con tessuti. Questa è la pelliccia 2.0, rivolta proprio a un consumatore più attento alla MODA e alla sua continua evoluzione.

La volontà dunque è chiara, il trasloco è quasi un simbolo: anche la pelliccia può vivere nel nuovo millennio, purché si rinnovi. Certo, l’argomento è carico di critiche e non mancano manifestazioni di dissenso, ma Annabella in 60 anni di attività ha in qualche modo caratterizzato la città. Basti guardare la scena dell’inseguimento di Liberi, armati e pericolosi (film del 1976) per notare in Piazza Emanuele Filiberto, sugli archi delle vecchie mura, la scritta dorata su fondo rosso: Annabella. Che piaccia o meno, Pavia è fatta di molte realtà diverse e se qualcuna di queste riesce a ottenere una visibilità positiva, non può che giovare all’intera comunità.

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