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All’origine dei Giochi Olimpici Invernali: Chamonix 1924

Esattamente 98 anni fa, il 25 gennaio 1924, andavano in scena a Chamonix – una cittadina francese ai piedi del Monte Bianco – i primi Giochi Olimpici Invernali, anche se all’epoca non si chiamavano neppure in questo modo. La storia della fondazione delle Olimpiadi della neve è infatti piuttosto travagliata.

L’iniziativa di creare delle gare internazionali dedicate esclusivamente agli sport invernali prese piede durante una riunione del CIO del 1921, su proposta di uno svedese, Viktor Gustav Balck. Curiosamente era contrario all’idea il fondatore delle Olimpiadi estive, il barone De Coubertin, il quale riteneva che tali discipline fossero troppo settoriali e poco apprezzate dal grande pubblico.

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Viktor Gustav Balck Crediti: Bertil Norberg, Stockholm. Originalet tillhör SCIF.

Il problema più grande per la creazione delle Olimpiadi Invernali fu la netta opposizione proprio degli Stati in cui quegli sport erano più diffusi, vale a dire i Paesi nordici, e fra di loro soprattutto la Norvegia. Queste nazioni avevano infatti già una loro ristretta competizione, i Giochi Nordici, che si tenevano con cadenza quadriennale e di cui temevano una perdita di popolarità. Paura che poi venne confermata dai fatti, dato che essi furono interrotti dopo il 1926. D’altra parte l’evidente superiorità della Norvegia nelle discipline invernali le impedì di pentirsi di aver acconsentito all’edizione di Chamonix. Essa riuscì infatti a conquistare 11 medaglie sulle 12 in palio complessivamente nello sci. Sottolineiamo che all’epoca esistevano esclusivamente fondo, salto e combinata, non lo sci alpino.

Come detto sopra, inizialmente il nome della manifestazione non era “Olimpiadi Invernali”, ma “Settimana Internazionale degli Sport Invernali”. Il fine era evitare un eccessivo clamore mediatico, che avrebbe rischiato di offuscare i più famosi Giochi Nordici. Il nome venne cambiato solo in seguito all’incredibile successo riscontrato dalle competizioni, totalmente contrario alle aspettative di De Coubertin. Parteciparono infatti ben 10000 spettatori paganti, numero elevatissimo per il periodo. Gli atleti invece furono complessivamente 292, tra cui 13 donne.

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Alcune locandine pubblicitarie dei Giochi di Chamonix 1924 Crediti: Collection-Musée-Alpin-Chamonix

Le prossime Olimpiadi di Pechino comprenderanno 109 discipline: a Chamonix 1924 erano invece solo sei, segno di quanto gli sport invernali si siano evoluti nel corso di quasi un secolo. Tra gli sport presenti a Chamonix ricordiamo anche la pattuglia militare, una sorta di antenato del biathlon oggi non più praticato: a questa gara partecipò anche la squadra italiana, ma purtroppo non riuscì a terminare il percorso perché uno degli atleti ruppe uno sci.

Nonostante la limitatezza del programma, accaddero ugualmente alcuni eventi significativi; piuttosto toccante è, ad esempio, la storia di Charles Jewtraw, pattinatore statunitense che riuscì a conquistare la vittoria nei 500 m di pattinaggio di velocità (unico oro assegnato a un atleta non europeo in tutte le competizioni della disciplina). Egli proveniva da una famiglia di modeste condizioni dello stato di New York e si allenava nella pista gestita dal padre. Per mantenersi vendeva blocchi di ghiaccio (all’epoca utili sostituti dei frigoriferi, ancora molto costosi). Si mise in luce classificandosi primo ai Campionati statunitensi del 1921 e del 1923, qui addirittura con record mondiale. Tuttavia poté partecipare ai Giochi di Chamonix solo grazie all’aiuto economico di un uomo d’affari, Jack Mabbit. Con il suo finanziamento, infatti, acquistò l’attrezzatura professionale e il biglietto per la Francia.

Un atleta che gareggiò alle Olimpiadi Invernali di Chamonix, inoltre, possiede ancora oggi un importante primato. Gillis Grafström è l’unico sportivo nella storia dei Giochi Olimpici ad aver vinto il titolo sia in un’edizione estiva che in una invernale. Egli infatti trionfò nel pattinaggio artistico maschile sia alle Olimpiadi Estive di Anversa 1920 sia ai Giochi Invernali del 1924. Era tra l’altro allievo di un celebre maestro: Ulrich Salchow, inventore dell’omonimo salto.

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Gillis Grafström Crediti: Gerhard Riebicke/Getty Images

L’idea originaria dei fondatori delle Olimpiadi Invernali era collocarle sempre nel medesimo anno degli equivalenti estivi; tale tradizione rimase fino al 1992, quando si disputarono sia i Giochi di Albertville per le discipline della neve sia quelli di Barcellona tra luglio e agosto. In seguito si decise invece di separare le due manifestazioni in modo da garantire a ciascuna di esse ampia esposizione televisiva. Pertanto le successive Olimpiadi Invernali si disputarono dopo soli due anni, a Lillehammer, e da allora si svolgono ogni quattro anni.

La storia delle Olimpiadi Invernali si appresta a continuare in un futuro ormai imminente; il 4 febbraio, infatti, avrà luogo la Cerimonia d’Apertura dei Giochi di Pechino 2022, dei quali si sa già che abbatteranno un record piuttosto bizzarro. I soli sei mesi passati dalla fine delle Olimpiadi di Tokyo 2021 saranno infatti il periodo più breve mai trascorso fra due edizioni differenti dei Giochi.

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Lo stadio di snowboard delle Olimpiadi di Pechino 2022 Crediti: Xinhua/Zhang Chenlin

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