ALLEGRIa e CONTEntezza

di Simone Lo Giudice

Il Milan si fa un panino “col Parma” a merenda. La Juve si divora una bistecca “alla Fiorentina” a cena. Negli anticipi del sabato, le prime della classe saziano il pubblico dai palati fini e continuano la loro fuga solitaria. E per una volta le beghe arbitrali restano fuori dal menù. Ci sono solo ALLEGRIa e CONTEntezza.

Ibrahimovic ed Emanuelson piegano il Parma di Donadoni, offrendo l’ennesima prova di forza contro “una piccola”. Fuori casa nessuno va forte come il Milan (10 vittorie, 2 pareggi, 3 sconfitte) con i suoi 32 punti (più del 50% di quelli raccolti a San Siro). Sono arrivati 3 ko esterni finora: 3-1 con il Napoli, 2-0 con la Juve, 2-0 con la Lazio: sintomo che la squadra Campione d’Italia finora ha sofferto solo “con le grandi” lontano dalle mura amiche. Calendario alla mano, il problema non sembra sussistere: il Milan ha già giocato sul campo delle prime sei in classifica. Sulle prestazioni dell’Ibra Team potrebbero pesare comunque le scorie del doppio-impegno in Campionato e in Champions.

 

Allegri tiene la vetta e Conte lo tallona. Con la sua Juve che di goal a Firenze ne fa addirittura 5 (prima di sabato ne aveva realizzati solamente 14 in trasferta). A firmare la manita bianconera ci hanno pensato ben cinque marcatori diversi: Vucinic, Vidal, Marchisio, Pirlo e Padoin. Agli assoli di Ibrahimovic, la Juve risponde come sempre di squadra e nella seratona fiorentina ritrova il feeling con il goal. Il numero delle vittorie (14) torna a eguagliare quello dei pareggi (14) e l’attacco bianconero diventa il terzo del campionato (dopo quelli di Milan e Roma). Il gap che separa Allegri da Conte è di quelli colmabili: in fin dei conti, ballano solamente 4 punti. E non dimentichiamoci che, in caso di arrivo a pari punti, lo Scudetto andrebbe alla Juve che meglio si è comportata negli scontri diretti (2-0 a Torino e 1-1 a Milano).

 

Se lo Scudetto è un affare per due, la lotta per il terzo posto (con qualificazione ai preliminari di Champions in allegato) è una cosa a tre. Comanda ancora la Lazio (48), che però a Catania ha perso la seconda partita di fila (dopo il ko interno col Bologna). Dopo la vittoria nel derby di ritorno, la squadra di Reja non ha saputo allungare sulle inseguitrici e a fine campionato potrebbe pentirsene.

Corrono a braccetto Napoli e Udinese, con i Partenopei che escono imbattuti dal Friulani: impressionante la reazione di Cavani, che segna la doppietta decisiva dopo aver sbagliato un rigore sul 2-0 bianconero. Il sogno azzurro in Europa si è interrotto sul più bello (sciagurata la gestione partenopea della gara di ritorno col Chelsea allo Stamford Bridge), ma il piazzamento al terzo posto va centrato per rivivere un’altra favola dal settembre prossimo. Buona la prestazione della squadra di Guidolin, che però parte bene e chiude male (espulsione di Fabbrini a parte). Lazio-Napoli-Udinese se la giocheranno sicuramente fino alla fine. Se dovessimo azzardare un vincitore forse diremmo Mazzarri, che rispetto a Reja e Guidolin dispone di una rosa più ampia e ben assortita.

 

Alle spalle delle posizioni che contano sono rimaste la Roma di Luis Enrique (che giocherà questa sera contro il Genoa e che solo vincendo potrebbe sperare ancora) e l’Inter di Ranieri, fuori dall’Europa e lontana da sé stessa. La Champions è un ricordo ormai (brucia essere stati eliminati da un Marsiglia così modesto) e la stagione attuale puzza di fallimento. Contro l’Atalanta è arrivato solo uno 0-0 con Milito e Pazzini a pestarsi i piedi per oltre un’ora e l’argentino ha sbagliare l’ennesimo rigore stagionale. Rischia di diventare una lenta agonia questo finale di campionato per i colori nerazzurri. Con la qualificazione in Champions lontana solo 6 punti, ma con una cinquina  di contendenti davanti a sè.

Perchè se puoi sperarci Ranieri allora può farlo anche Montella, che col suo Catania è sbarcato a quota 41 punti (gli stessi di Roma e Inter appunto). Un risultato prezioso, frutto di un lavoro meticoloso e prodotto di una squadra che gioca a memoria. Grazie all’Aereoplanino più famoso del pallone, la squadra siciliana può giocarsi un finale di stagione esaltante. E anche se c’è un monte da scalare, i Siciliani non hanno niente da pardere. Con Vincenzo in panchina volare non costa nulla.

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