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Aldilà del dogma (2) – Cosa piove dal cielo

di Liliane Tami

Martedì 14 novembre i pavesi hanno alzato gli occhi , ma non per guardare i piccioni volare o per ammirare le guglie delle chiese brillare al sole. Dal cielo, d’una purezza tale da intimorire, sono piovuti strani filamenti candidi. La città gelida, sovente strozzata dalla nebbia, non è abituata all’abbagliante egemonia celeste del cielo terso, e tanto meno è avvezza a cadute di corpi non ben identificati. In un articolo della Provincia Pavese si riporta il commento dell’entomologo Riccardo Groppoli, secondo cui i misteriosi filamenti non siano altro che ragnatele trasportate dal vento. Ma qualunque passante che ha visto e toccato con mano tali secrezioni d’origine sintetica può confermare che di ciò non si tratta. I “Capelli d’angelo”, chiamati anche bambagia silicea o “Fili della Madonna”, al tatto appaiono ruvidi, non sono collosi, si sciolgono tra le dita e sembrano appiccicarsi alle strutture in metallo, quasi come se fossero magnetici. Di cosa si tratti per davvero, all’opinione pubblica non è ancora stato fatto sapere. A Firenze nel lontano 1954 ci fu una precipitazione analoga che venne analizzata in laboratorio, risultando essere vetro borosilicico. E il caso fu archiviato. Ma di tutte le altre piogge misteriose in svariate parti del mondo, come in Croazia , negli Usa e in Francia, se ne parla poco. E ogni volta i risultati delle analisi scientifiche danno spiegazioni differenti. Qualcuno ipotizza che tali contraddizioni siano create volutamente per mantenere la popolazione all’oscuro di qualcosa.

Pure qui a Pavia molte persone testimoniano, proprio come sessant’anni addietro a Firenze, d’aver visto questa indescrivibile sostanza comportarsi in un modo incompatibile con la fisica finora conosciuta: pare infatti scomparire tra le dita, quasi come se si volatilizzasse. Cos’è? Da dove proviene? O peggio, chi e cosa la genera?
Questa inquietante mancanza di dati ha fatto partorire dalla fantasia collettiva le ipotesi più assurde. Purtroppo l’immensa mole di materiale informatico è tale da rendere impossibile trarne conclusioni sensate. È in mezzo a questa confusione e alla conseguente ansia di scovare prove tangibili di una ipotetica dimensione metafisica che le idee più bizzarre vengono forgiate: ognuno infatti legge in questi fenomeni inspiegabili ciò che più lo rassicura. Chi sente il bisogno di affidarsi alla ragione si conforta dimostrando che la bambagia silicea non sia altro che un po’ di bava di ragno, e chi è insoddisfatto dell’attuale mondo spera che sia un’arma batteriologica gettata dagli aereoplani militari. Gli appassionati di alieni sostengono che si tratti di residui generati dalla combustione dei motori degli ufo, e chi invece è fanatico delle teorie complottiste crede che si tratti delle sostanze tossiche secrete dalle scie chimiche degli aerei.

La verità? Un mistero che forse nemmeno volgendo gli occhi al cielo si potrà mai svelare.

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