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5 motivi per leggere Rat-Man

Rat-Man è uno dei migliori fumetti italiani, riconosciuto un po’ da tutti quelli del settore, e di certo a tutti voi è capitato di scorgerne un numero in edicola. Ecco perché iniziare a leggerlo:

 

1) Rat-Man è un supereroe, ma esattamente opposto ai classici superheroes all’americana, e non solo nel suo alter ego Deboroh Laroccia: sfigato, brutto, rifiutato dalle donne, pauroso, scansafatiche, per nulla dotato…

2) Rat-Man è scritto e disegnato (ad eccezione di un solo numero, per l’appunto eccezionale) da un solo uomo, già da vent’anni. Alcuni hanno addirittura messo in dubbio che quest’uomo (che chiameremo Leo Ortolani) esista sul serio.

3) Rat-Man è un personaggio dei fumetti consapevole di essere un personaggio di fumetti: metafumettoletterariocinematograficodaedicola.

4) In Rat-Man, come nei buoni comics DC e Marvel, nascono e s’incrociano vari universi e diverse storie, ognuna sensata, giustificata e stupenda. E in tutte le realtà, il nemico è uno, l’Ombra, indubbiamente il più riuscito e spaventoso nemico di tutti i fumetti (Mefisto e il Dottor Destino sono due bimbi dell’asilo che fanno il pisolino, al confronto).

5) La storia d’amore tra Rat-Man e Thea (suo vero unico amore) è qualcosa che va al di là del fumetto, della carta, dell’immaginazione: è semplicemente struggente.

 

Vorrei poi parlare del tratto di Ortolani, dell’ironia e dell’autoironia, della scuola per diventare supereroi che il piccolo Deboroh frequenta da piccolo, del padre, del nonno, dell’Ombra, e così via, ma in questa rubrica ho scelto di limitare la lista a cinque splendidi motivi, e devo fermarmi.

A chiunque abbia un dubbio se leggere o meno Rat-Man, consiglio di recuperare una delle tante simil-parodie comparse fuori e dentro la serie: vanno da Star Wars a Rambo, da Harry Potter a Twilight, dal Punitore a The walking dead… Chiunque volesse consiglio, chieda!

 

Ratman_classico_del_fumetto

Matteo Camenzind

Nato e cresciuto in Ticino, si laurea in Filologia italiana presso l'Università di Pavia. È stato direttore editoriale di "Inchiostro" negli anni 2014-2016 e ha partecipato alla fondazione di "Birdmen". Ora è tornato in patria elvetica e insegna.

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