Birdmen

I 3 elefanti che hanno cambiato il Cinema

La Storia del Cinema è fatta di grandi tappe, di momenti cruciali che, a partire dal lontano 1895, ne hanno cambiato per sempre il corso, come l’avvento del sonoro, lo sviluppo della pellicola a colori, la prima proiezione in 3D. Ma ci sono eventi, forse apparentemente meno cruciali, che hanno ugualmente arricchito e rivoluzionato il mondo del Cinema o, più precisamente, dell’audiovisivo. È curioso come alcuni di questi avvenimenti epocali abbiano avuto come protagonista un elefante, un animale grande, gentile, tranquillo, e per questo, forse, adatto a stare al centro di una scena (suo malgrado). Seguiamo questo animale, dalle apparenti manie di protagonismo, nel suo percorso dalle origini del Cinema alla nascita di Youtube, attraversando 102 anni di Storia.

Topsy – Triste storia di un elefante condannato a morte

È il 1903, Edwin Stanton Porter e Jacob Blair Smith (ammesso che fossero presenti entrambi, cosa non certa) si trovano a Coney Island per conto della Edison Manufacturing Company, gravati dal duro compito di riprendere l’esecuzione pubblica di Topsy, un elefante femmina colpevole di aver ucciso tre inservienti del circo in cui si esibiva (o meglio, in cui veniva esibita). L’evento testimonia l’importanza del Cinema come documento, come prova di un fatto realmente accaduto: leggenda vuole che Thomas Edison, nel pieno della sua “Guerra delle correnti” contro il più giovane Nikola Tesla, avesse fatto giustiziare l’elefante tramite corrente alternata al fine di dimostrarne la pericolosità. La guerra tra corrente continua, sostenuta da Edison, e corrente alternata, cavallo di battaglia di Tesla, tuttavia, si era già conclusa da anni, vedendo la sostanziale sconfitta di Edison, che troppo si era impuntato su una distribuzione elettrica che non avrebbe permesso il grande sviluppo industriale globale oggi in essere. Electrocuting an Elephant, il corto documentario che, sfatiamo un altro mito, non è stato girato da Edison in persona, dimostra come le accuse mosse all’inventore americano fossero infondate: il fatto che all’esecuzione fossero presenti 1500 spettatori paganti è triste e va registrato, ma è cruciale sottolineare che l’elefante non fu ucciso con una scossa di 6600 volt al fine di prevalere sull’avversario Tesla, ma perché, al netto dei metodi dell’epoca, la scossa era il metodo più immediato, forse il più “umano” che i padroni del Luna Park potessero scegliere. Il filmato, destinato ad arricchire la collezione di pellicole destinate alla distribuzione nelle sale di kinetoscopi (strumenti di visione ideati da Edison), è altresì un documento interessante a fini storico-scientifici: dalle immagini possiamo distinguere chiaramente i calzari in rame fatti indossare all’animale, le imbragature, la gomena da nave usata per immobilizzarlo.

È vero dunque che, durante la “Guerra delle correnti”, Edison aveva usato gatti, bovini e persino un cavallo per dimostrare le pecche della corrente alternata, ma quella di Topsy è solo la triste storia di un elefante trovatosi nel posto sbagliato al momento sbagliato, e proprio questo ne fa uno degli animali più ricordati sui manuali di cinema e non solo, motivo per cui riportiamo di seguito il musical dedicato al pachiderma nella serie animata Bob’s Burgers, a perenne ricordo di chi non poté sottrarsi a una terribile fine.

 

Ai più forti di spirito, invece, forniamo l’esplicito filmato del 1903.

 

 

Dumbo – L’elefante che salvò Disney

Passiamo da un elefante reale a uno immaginato: Dumbo, protagonista di un lungometraggio che, nel 1941, salvò Disney dal baratro del fallimento. Erano gli anni del secondo conflitto mondiale, dell’economia di guerra, dei sacrifici, e a questo si aggiungevano le difficoltà di distribuzione dei prodotti americani in Europa, che, nel comparto cinematografico, assicurava agli Stati Uniti circa il 45% dell’incasso complessivo.

Dopo il grande successo del primo lungometraggio animato, Snow White and the Seven Dwarfs, Disney godeva di grande celebrità e consistenti entrate, tuttavia, per i motivi sopra esposti, i due lungometraggi successivi, Pinocchio e Fantasia, non ebbero lo stesso successo, portando al limite del fallimento uno dei pezzi ancora oggi più importanti della fabbrica dei sogni. In un certo senso, se ai giorni nostri Disney è una superpotenza economica mondiale, è merito di Dumbo, un film low-budget, inizialmente pensato come cortometraggio, che ancora oggi colpisce per le emozioni trasmesse e per le scene “psichedeliche” che, con pochi mezzi, riuscirono a catalizzare l’attenzione di un pubblico, quello americano, preoccupato per l’instabile ordine mondiale. A fronte di una spesa di 950.000 $, infatti, l’incasso fu di 1.600.000 $ nel corso della sola distribuzione originale, un successo non da poco per un elefantino che, in una visione catartica, restituisce giustizia al collega Topsy, vivendo una storia legata sì al circo, ma destinata al riscatto.

Se oggi le grandi produzioni Marvel proliferano, se tra poco andremo al cinema a vedere il nuovo Star Wars, ricordiamoci che è tutto merito di un piccolo elefante nato durante la guerra; a suo modo, un “eroe”.

1937 - $- 6,5 milioni

 

Elefanti Anonimi – La nascita del grande YouTube

Abbiamo trattato di elefanti maltrattati e giustiziati, di elefanti chiusi nei circhi e ridicolizzati, vogliamo adesso accostarci al ventunesimo secolo con uno sguardo più ottimista, parlando di elefanti “star” del web.

Prima di tutto, una precisazione, gli animali di cui tratta questo articolo non sono davvero tre, sono quattro, ma gli ultimi due li ritengo un’entità singola, in quanto parti inscindibili di un evento storico: la nascita di YouTube. Si parla spesso di Cinema come di una sala buia in cui viene proiettato un film, ma il Cinema non è solo questo; “Cinematografo” significa “scrivo il movimento”, ed ecco che, in quest’ottica, i confini del cinema si allargano a perdita d’occhio, fino a toccare la piattaforma per audiovisivo più famosa, YouTube, appunto. Il 23 aprile 2005, Jawed Karim, co-fondatore della piattaforma, carica il primo video, che s’intitola Me at the zoo e non rappresenta nulla se non la condivisione di un momento vissuto allo zoo di San Diego, o almeno così pare.

E pare male, perché rappresenta, invece, un momento storico cruciale per la nostra epoca, dà inizio a una libera condivisione di contenuti audiovisivi che ha talmente plasmato lo sguardo contemporaneo da essere diventata fonte di informazione, divertimento, approfondimento e guadagno, senza bisogno di costose e complesse tecnologie. La Storia di oggi è infatti piena di personaggi che hanno costruito la propria carriera su YouTube, di veri fenomeni che dalla Rete sono riusciti poi a fare il salto (non si sa se in alto o in basso) verso la TV o addirittura verso il cinema. Possibilità per tutti, da quel lontano 2005, e a testimoniare questo momento storico ed emozionante, sempre un elefante, curiosamente. Un legame, quello tra cinema e pachidermi, che, in questo caso, offre l’occasione di riflettere sul media YouTube e sulla sua importanza non tanto e non solo per i contenuti, ma per la possibilità stessa di condividere con il mondo intero: le poche parole pronunciate nei 18 secondi di Me at the zoo sono la più forte chiave di lettura di un fenomeno che è partito quasi per scherzo ed è oggi uno dei siti più cliccati e imitati del mondo:

«Alright, so here we are in front of the, uh, elephants. And, the cool thing about these guys is that, is that they have really, really, really long, um, trunks, and that’s, that’s cool. And that’s pretty much all there is to say.»

«Bene, siamo davanti agli elefanti. E la cosa bella di questi tipi è che hanno una proboscide molto, molto, molto lunga, ed è figo. Ed è praticamente tutto quello che c’è da dire.»

In quel «Ed è praticamente tutto quello che c’è da dire.» sta il senso profondo di YouTube, non conta (o contava) tanto ciò che si diceva, contava poterlo dire a tutti. Oggi le cose sono cambiate, YouTube è veicolo di contenuti d’ogni tipo, più o meno professionali, più o meno condivisibili, ma ringrazio gli elefanti, che ci hanno fatto capire, da subito, che in quell’ingenuo pomeriggio del 2005 si stava facendo la Storia del Cinema, si stava cambiando la Storia del mondo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *