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25 anni Erasmus / Erasmus: il dilemma dei soldi finiti

di Francesco Iacona

La notizia è arrivata proprio in concomitanza con le celebrazioni del venticinquesimo anniversario del progetto Erasmus. Il 4 ottobre il Corriere della Sera riporta in un articolo (http://www.corriere.it/economia/12_ottobre_04/erasmus-fondi-commissione-ue_da695dcc-0e04-11e2-a908-14f31466de5c.shtml) che i soldi che l’Unione Europea dovrebbe destinare al piano di mobilità studentesca sono finiti, o comunque finiranno a breve.

L’articolo riporta le parole del presidente della Commissione Bilancio del Parlamento europeo, il francese Alain Lamassoure: «Il fondo sociale europeo non ha più un euro, il Programma Erasmus finirà i soldi dalla prossima settimana, i fondi UE per Ricerca e Innovazione resteranno senza risorse a fine ottobre». Parole confermate anche dalla Commissione europea: «Nel bilancio UE 2012 sono finiti i soldi per pagare le fatture già emesse per una serie di fondi europei, tra cui il Fondo sociale, il programma Erasmus e il fondo per la Ricerca e Innovazione».

Tale notizia, giunta del tutto inaspettatamente, ha creato un po’ di scompiglio negli ambienti studenteschi: soprattutto fra gli studenti che sono appena partiti per un periodo di studio all’estero (che, quindi, hanno avuto il timore di essere partiti senza borsa di studio) e quelli che per l’Erasmus partiranno nel secondo semestre (i quali, in tal caso, avrebbero avuto il tempo per decidere se partire o meno).

Il giorno dopo – prontamente – agli studenti dell’Università di Pavia è arrivata, via mail, una comunicazione ufficiale chiarificatrice da parte del “Servizio Relazioni internazionali – Mobilità internazionale” (ex Ufficio Mobilità studentesca).  Nel comunicato è scritto che ciò di cui si parla nell’articolo del Corriere non riguarda l’anno accademico corrente e che quindi i fondi comunitari che riguardano la mobilità Erasmus 2012/13 sono stati già definiti e assegnati alle università italiane.

Tutto risolto – pare – per quest’anno. Ma il problema si ripresenterà nella prossima primavera quando – in teoria – dovrebbero aprirsi i bandi per la mobilità 2013/14.

Ci si chiede, quindi, quale sarà il futuro del progetto Erasmus; un programma di mobilità che da 25 anni a oggi ha interessato circa 3 milioni di studenti europei, contribuendo alla loro formazione culturale, professionale e personale.

Solo una settimana fa Beppe Severgnini (giornalista proprio del Corriere della Sera ed ex studente dell’UniPv) aveva dichiarato a una nostra intervista che «i soldi destinati dall’Unione Europea al progetto Erasmus sono quelli meglio spesi» e aveva aggiunto, a sottolinearne l’importanza, che «un soggiorno all’estero è fondamentale per la formazione di uno studente e che addirittura dovrebbe essere obbligatorio».

Per di più, siamo passati dall’entusiasmo per la possibilità dell’apertura del progetto a tutto il mondo (“Erasmus for all” che forse sarebbe dovuto partire dal 2014/15) al timore per la sua chiusura definitiva (o quantomeno temporanea).

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