2015 NBA PLAYOFFS PREVIEW
Inizio primavera: tempo di studio, esami e lauree. Belle giornate, temporali e
azionisti di case farmaceutiche in euforia, mentre “moccolosi” distrutti
dall’allergia vagano tra il polline degli alberi in fiore.
Da qui si va verso l’estate e si rimane per un po’ di sport: «Avvicinatevi, grandi e
piccini: sono arrivati i playoff NBA».
La stagione sta volgendo al termine, i tabellini statistici vanno completandosi e i
trofei stanno per essere distribuiti.
Da qui parte quella semplicistica derivazione mediatica, un po’ più impegnativa
nella vita reale di un atleta, comunemente nota come “storia”. Il tutto, per la
gioia di tifosi e appassionati.
82, ottantadue partite giocate per ognuna delle 30 squadre NBA: la, così detta,
“Regular season”. Ma solo 8 franchigie di Eastern e di Western Conference potranno
giocarsi l’anello, con serie al meglio delle 7 partite. 16 squadre, ma solo un
vincitore: welcome to the NBA Playoffs.
Il dado è tratto. Il tabellone dei playoff è completo. Possiamo cominciare.
EAST
La Eastern Conference si presenta, in alcune partite, meno interessante della
Western. La ragione principale è da ritrovarsi nell’abissale differenza di talento
distribuito tra le due Conference. A est, a conferma del livello inferiore, si sono
qualificate ai playoff squadre come Brooklyn Nets (38-44) e Boston Celtics (40-42)
dal record negativo, mentre a ovest Milwaukee (sesta classificata della Eastern con
41-41) non si sarebbe nemmeno qualificata.
Tuttavia, al vertice della Conference, ci sono Atlanta Hawks di coach Budenholzer,
Cleveland Cavaliers di Lebron James (feat Irving e Love) e Chicago Bulls del
rientrante chicagoan Derrick Rose: squadre destinate (chi più, chi meno) a giocarsi
il titolo finale. Senza dimenticarsi di Toronto Raptors e Washington Wizards: dalla
serie che le vede opposte potrebbe uscire “la scheggia impazzita” della Eastern
Conference.
Di conseguenza, nonostante il divario tra est e ovest, il divertimento è assicurato.
Ps. Attenzione a Giannis Antetokounmpo dei Milwaukee Bucks: fenomeno greco, classe
’94, giocatore (e ragazzo) unico.
WEST
I “pellicani” di New Orleans hanno alzato l’asticella: alla fine è della squadra del
“ciglione” Anthony Davis l’ultima parola per l’ottava posizione a ovest. A farne le
spese sono stati i Thunder di Russel Westbrook (in contumacia Durant – è bene
ricordarlo, l’MVP della lega lo scorso anno – e Ibaka): per le loro questioni
contrattuali, di scambio di giocatori e/o cambio di allenatore si prevede un’estate
torrida.
Purtroppo per i Pelicans, l’avversario sembra insormontabile: i Golden State
Warriors sono la squadra da battere per tutti nella NBA. 67 vittorie e 15 sconfitte
(39-2 il record in casa), il tutto con un pizzico di magia targata Steph Curry. (Per
capirci, il 14 aprile Wardell Stephen Curry, in allenamento, ha messo 94 triple su
100 tentativi, segnandone 77 consecutive. Serve altro?)
Questa (il “forse” è però d’obbligo) l’unica partita scontata; già, perché Huston –
Dallas, Memphis – Portland e LA Clippers – San Antonio Spurs si collocano
nell’imponderabile. Quell’imprevedibilità capace di emozionare. La stessa che,
probabilmente, fece dire a Hopper: «Se avessi avuto le parole, non avrei dipinto».
Così noi, se avessimo certezze sul vincitore, non guarderemmo i playoff NBA.
Ma niente paura, non ci sono problemi.
Bravissimo!!!!
Grazie mille davvero.