Attualità

Freelance sì, #coglioneNO

«A coso… Se semo capiti male. Quello che hai fatto tu lo facevo pur io, o no?»

Potere di “Pintebbhest”? You tube? Twitter? Facebook? Instagram? Quello che conta poi è la visibilità giusto? Be’, l’hashtag #coglioneNO di visibilità ne ha avuta tanta ed è stata virale.
Una campagna attuale e provocatoria, quella proposta dal collettivo ZERO Pirate Filmmakers, senza americanate o frasi fatte che tocchino il cuore. Dietro al progetto #coglioneNO tre giovani menti creative: Alessandro Grespan, ventinovenne di Trento, Niccolò Falsetti (26 anni) e Stefano De Marco, romano di 25 anni, la cui unica idea era di dire la verità con un pizzico di ironia. Tre brevi cortometraggi, con protagonisti gli stessi autori nei panni di un idraulico, un’antennista e un giardiniere che, dopo aver svolto in modo rapido e puntuale il loro lavoro, hanno a che fare con un cliente saccente, indelicato e soprattutto “senza budget”. Nessun pagamento quindi per il servizio offerto, ma una pacca sulla spalla, una promessa di visibilità e il merito di averti “fatto fare un’esperienza da inserire nel curriculum”.
Una denuncia a quella che da tempo è la vergognosa e inevitabile routine contro cui i giovani (neo-laureati e non) si trovano a dover combattere ogni giorno. Freelance sì, #coglioneNO è il leitmotiv di questa campagna nostrana che non punta al facile vittimismo del “giovani senza lavoro”, ma di quelli che vogliono essere “fuori dagli schemi”, e che per allontanarsi dal mestiere “convenzionale” del macellaio, idraulico, impiegato di banca, antennista, giardiniere si vedono privati del rispetto per il proprio lavoro e quindi anche dello stipendio. Essere creativi e decidere di investire in nuovi progetti è un modo diverso di mettersi in gioco, ma per farlo c’è bisogno di una fiducia che manca – purtroppo – soprattutto nel nostro Paese. I tre video, approdati in rete il 13 di gennaio, dopo soli tre giorni di vita hanno conquistato più di 240 mila visualizzazioni e condivisioni, e non si contano i tweet con l’hashtag #coglioneNO. Perfino @Iddio ha detto la sua: «Non proporrai a un creativo pagamenti in visibilità: è abominio».

Non mancano certo le critiche di chi vede nella viralità nazionale (forse inaspettata) del progetto un autogol degli stessi autori, i quali, dopo il successo ottenuto, ne avranno forse  un ritorno economico. Secondo gli scettici, quindi,un lavorare gratis che in questo caso è servito. Il collettivo ZERO si è mosso in difesa dei giovani creativi e di tutti quei freelance – fotografi, web designer, filmmakers, attori, registi –  che da sempre combattono per non essere “sfruttati”.
Ma i tre autori non sono nuovi a questo tipo di progetti. Se il presente è #coglioneNO, il passato è Dubbio Made in Italy, un corto di 60 secondi dove un giovane italiano all’estero racconta la sua esperienza lontano da casa: pro e contro in chiave malinconica, tra rassegnazione e rimpianto. Il futuro si chiama invece Erasmus24_7, il primo film documentario iniziato un anno fa, realizzato in sette capitali europee e finanziato da una campagna di crowdfunding online.

Aspettiamo quindi la nuova invasione ZERO. La Rivoluzione Creativa è iniziata.

L’importanza di questi video sta nel fatto che per la prima volta qualcuno è riuscito a sollevare il problema. Perché è un problema se lentamente, quotidianamente, silenziosamente, un pezzo alla volta ti rosicchiano quelli che sono i tuoi diritti fondamentali e con loro l’entusiasmo e la voglia di fare e di dare di più. Nel frattempo diventi vecchio e quello che hai ottenuto è solo tanta rabbia nei confronti di un mondo, di una società, di un Paese che non ti vuole, che non ti riconosce, che non ti permette di esprimerti.
[…]
Il lavoro di concetto e quindi anche il lavoro creativo produce PIL ed è per questo che andrebbe incentivato partendo dai concetti basilari, primo tra questi il riconoscimento della professione. Se l’Italia non si muove a trovare una legislazione, una chiave di lettura per quelle che sono le nuove professioni perderà ancora una volta l’occasione per tornare a galla con intelligenza.
[Mariantonietta Continenza]

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