Attualità

11 febbraio: scienza al femminile all’Università di Pavia

Nel 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) ha istituito la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza in data 11 febbraio. All’origine c’era la volontà di far emergere le questioni rilevanti la componente femminile nell’ambito delle discipline scientifiche, in cui la presenza maschile era fortemente maggiore e favorita. Ad oggi, possiamo notare dai dati e dalle esperienze più o meno dirette, che un cambiamento c’è stato, ma non è abbastanza, poiché siamo ancora lontani dall’equilibrio.

Banner United Nations https://www.un.org/en/observances/women-and-girls-in-science-day/

STEM e gender gap

All’inizio del XXI secolo, venne coniato negli Stati Uniti l’acronimo STEM, che fa racchiude in inglese un gruppo di discipline considerate necessarie all’innovazione e alla prosperità del Paese: Science, Technology, Engineering e Mathematics. Il termine prese piede in seguito una conferenza della National Science Foundation (NSF), che dettò l’inizio di una riforma a livello globale in termini di ricerca e formazione, allo scopo d’incoraggiare il progresso tecnologico e sociale, analizzare i cambiamenti nelle discipline di riferimento e confrontarle con quelle “non-STEM”.

Uno dei parametri maggiormente discussi è la differenza di genere. Da qui, la diffusione dell’espressione “gender gap”, che definisce esattamente il divario di genere, ovvero la differenza di trattamento verso uomini e donne in diverse sfere vitali. Perché questa associazione? I due termini sono stati spesso collegati tra loro negli ultimi anni, sia in virtù del cambio di rotta della maggioranza delle società mondiali verso lo sviluppo di una cultura inclusiva, paritaria e meritocratica, sia a causa delle difficoltà riscontrate nel tentativo di realizzare il cambiamento. Infatti, in questi settori la disparità di genere – in termini di accesso, riconoscimento, e sviluppo di carriere – era molto sbilanciata agli inizi del 2000, e, ancora oggi, è oggetto di dibattito e di numerose iniziative orientate a raggiungere una maggiore armonia.

A settembre del 2021, uno studio di Talent Venture riportava che, nel sistema universitario italiano, solo il 37% delle iscrizioni a studi scientifici è femminile, nonostante alcune eccezioni riportate in un articolo della Repubblica (In un ateneo su cinque la presenza femminile nelle materie Stem, bassa nella media nazionale, è superiore a quella dei maschi. San Raffaele, Teramo e Campus Biomedico hanno i numeri più alti. Il traino delle Biotecnologie). Tra le conseguenze si evidenziano: il tasso di occupazione a cinque anni dal conseguimento del titolo di II livello, inferiore per le donne (92,9% uomini vs. 86,9% donne), e la differente retribuzione mensile (media di €1.760 uomini vs. €1.472 donne), secondo l’Indagine sulla Condizione occupazionale di AlmaLaurea.

Essere “studentessa STEM”

A promuovere il cambiamento sono soprattutto aziende che si fondano sulla conoscenza scientifica e tecnologica, e istituti che si occupano della formazione, e dovrebbero esserlo sempre più anche i loro stakeholder. Anche le università – punto di riferimento chiave nel passaggio per la crescita nelle discipline STEM – sembrano essere maggiormente impegnate nel garantire la parità di accesso e nell’incoraggiare un percorso tecnico-scientifico.

La nostra Università di Pavia cerca di offrire buone opportunità alle ragazze e alle donne che vogliano intraprendere una carriera nell’ambito delle discipline STEM, attraverso agevolazioni e programmi interessanti, con il supporto di organi interni come il Comitato Unico di Garanzia, “organismo di garanzia con funzione di promozione e di controllo dell’attuazione dei principi di uguaglianza, di opportunità e di non discriminazione”. Tra i vantaggi offerti dal nostro ateneo, si può far riferimento all’aumento del +20% sull’importo previsto dal PNRR per le donne iscritte a un corso STEM, ma anche al buon rapporto studenti-professori, che permette una formazione abbastanza mirata e personalizzata, e il coinvolgimento di docenti di Fisica e Matematica in attività di ricerca all’avanguardia a livello nazionale (es. ricerca di fotonica quantistica integrata, o sui modelli di diffusione nelle reti sociali).

Tuttavia, non è sempre facile portare avanti la propria carriera in settori in cui la collaborazione e cooperazione tra esperti con un differente background culturale è necessaria al fine di raggiungere risultati, ma la forma mentis è a volte ancora troppo permeata di pregiudizi (di questo, aveva parlato, ad esempio, la ricercatrice Giulia Scalet, al TedXPaviaSalon dedicato alla tenacia).

Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza

Negli ultimi anni è stato sempre più centrale il ruolo delle donne nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

Nel 2021, il tema-guida dell’11 febbraio ha posto l’accento sulle “donne scienziato in prima linea contro il Covid-19”, non potendo ignorare gli effetti della pandemia, che ha obbligato a riflettere su diversi aspetti della vita. Sono stati evidenziati cambiamenti più o meno positivi, sia all’interno del settore scientifico, sia nei rapporti con l’ecosistema socio-economico, sempre più fremente. Il gender gap è solo un indicatore di riferimento delle scelte e delle conseguenze che si realizzano ogni giorno sia nei settori STEM, sia tra gli attori che sembrano essere meno influenti, ma sono parte dell’organismo sociale in cui viviamo.

Per la VI edizione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, il Sistema Museale d’Ateneo (SMA) e il Comitato Unico di Garanzia hanno pubblicato una serie di video-interventi narrativi. Raccolti nel progetto Passato, presente e futuro delle donne nella scienza, son dedicati ad alcune donne che hanno contribuito al progresso nelle discipline STEM in senso lato, e hanno così accresciuto il sapere della comunità accademica pavese e non solo.

Il progetto, nato da una semplice conversazione telefonica tra la Prof.ssa Lidia Falomo – docente dell’Università​ di Pavia e direttrice del Museo per la Storia dell’Università – e la Prof.ssa Annalisa Marzuoli – docente e membro del CUG, voleva inizialmente condividere la storie dei due premi Nobel per la Chimica 2020, Jennifer Doudna ed Emmanuelle Charpentier. Tuttavia, ci ha raccontato in un’intervista la Prof.ssa Falomo, l’emergenza sanitaria ha dato slancio all’iniziativa affinché fosse accessibile online, senza limiti di tempo e spazio, e ha coinvolto, tra le prime protagoniste, anche la Dr.ssa Annalisa Malara: anestesista-rianimatrice che ha individuato il Paziente 1, permettendo di contenere la pandemia Covid-19 in Italia e in Europa. In veste di narratrici e narratori, invece, studentesse e docenti, che, per ciascun museo, hanno scelto le figure femminili più appassionate.

Puoi scoprire tutte le storie sul canale YouTube del Sistema Museale d’Ateneo, muovendoti tra archeologia, medicina, scienza, botanica, con curiosità sulle dinamiche sociali e sugli effetti straordinari della attività delle nostre donne di scienza.

CUG Università di Pavia

11 febbraio 2022

Le attività a supporto della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza anche quest’anno non mancano, in presenza e online:

  • Sarà piantato un albero in ricordo di Eva Mameli – prima donna a ottenere la libera docenza di Botanica e prima direttrice di un Orto Botanico in Italia;
  • ScienceSpritz: UNDICI cose che non sai delle donne nella Scienza darà voce alle donne e ragazze del Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente
  • Il Museo per la Storia dell’Università dal prossimo fine settimana sarà aperto il secondo e quarto weekend del mese

“[…] la scienza è un’attività appassionante, che riempie la vita e che può anche essere molto utile alla società.” – Prof.ssa Lidia Falomo

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