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11.22.63

Il 22 novembre 1963 è un giorno ben chiaro nella mente di qualsiasi statunitense: a Dallas, in Texas, veniva assassinato John Fitzgerald Kennedy da uno squilibrato di nome Lee Harvey Oswald.

Fu un evento talmente inaspettato e devastante per la vita di ogni singolo cittadino che per anni, durante le conversazioni, una domanda cult divenne: «E tu dov’eri quando hanno sparato a Kennedy?». Spesso ci si è domandati che cosa sarebbe accaduto alle sorti dell’America e del mondo se quel giovane e carismatico presidente non fosse stato ucciso durante la visita ufficiale alla città a bordo della sua limousine Lincoln Continental del ’61. Questo è quello che si è domandato, fin da ragazzino, lo scrittore statunitense Stephen King, tanto da immaginare la realizzazione di un romanzo incentrato su un viaggio nel tempo atto a scongiurare l’omicidio di Kennedy, già abbozzato nel lontano 1971, tre anni prima del suo debutto letterario legato al fortunatissimo romanzo Carrie. L’idea di un romanzo al confine tra storia e fantascienza rimase nel cassetto fino al 2011, anno in cui 11.22.63 venne pubblicato.

Nel 2016 abbiamo un omonimo adattamento televisivo al romanzo di King: si tratta di una miniserie televisiva di 8 puntate che porta sul piccolo schermo una storia estremamente avvincente e per lo più fedele al testo di riferimento. Il protagonista Jake Epping, insegnante d’inglese fresco di divorzio e scrittore senza successo, trova nel segreto custodito dall’amico Al Templeton la sua ragione di vita. Al, malato di cancro, confida all’amico che la caffetteria, di cui è proprietario, è costruita su un’apertura temporale che conduce chi la varca sempre alla stessa ora, dello stesso giorno, dello stesso mese, dello stesso anno: una mattina dell’ottobre 1960. Al, prima di morire, convince Jake a sfruttare la grande possibilità che gli è stata data: cambiare il corso della storia impedendo che il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti d’America venga assassinato. Jake ritorna nel passato per portare a termine la missione in cui l’amico aveva fallito: scoprire se Oswald è il solo colpevole e, nel caso, ucciderlo. Tre anni sono tanti e se ci si lascia coinvolgere troppo dalle emozioni si rischia di dimenticare il vero scopo del viaggio. Sotto lo pseudonimo di Jake Amberson si compie il viaggio di Jake Epping, tra automobili laccate, scommesse clandestine, e torte fatte in casa, in cui il nemico è uno solo: il passato, un passato che non vuole essere cambiato.

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