Cultura

1000 modi per far danni sotto le feste

di Elisa Zamboni

È esattamente ciò che state pensando: una raccolta degli aneddoti che ogni famiglia possiede ma che in pochi osano raccontare!
E con un immenso grazie alla mia famiglia, vera e propria fonte di ispirazione, ecco a voi svariati metodi per farsi del male, rovinare pranzi o fomentare rivolte tra consanguinei sotto Natale!

– Farsi colpire da un bob lanciato incautamente da una discesa.

– Cercare disperatamente rivivere i propri vent’anni andando a tirare il freno a mano in macchina nei piazzali innevati. Salvo poi rendersi conto che sulla nostra Panda del 1991 il freno a mano non funziona!

– Farsi colpire da uno ski-lift. Ripetutamente.

– Praticare il tuffo carpiato con avvitamento causato da scivolamento sul ghiaccio!
Tanto per raccontarne una, mia mamma, credendo bene di essere tornata ai tempi d’oro della sua adolescenza, impavida e temeraria, si è letteralmente lanciata nella breve discesa per raggiungere l’entrata di casa nostra e.. SBADABANF! Fondoschiena al suolo per la gioia del polso sotto di esso. Un paio di settimane di gesso e c’mon baby!

BOINK

 

 

 

– E per onor di cronaca mi vedo obbligata a raccontare della mia performance senza eguali inscenata presso un bar inaugurato sotto le feste: bar splendido con le pareti a vetrata. “Dai corri che fa freddo!” BOINK! Facciata sul vetro. Quantomeno ora so che i gestori sono persone che tengono fortemente alla pulizia.

 

 

 

– Sempre per il genere “cadute epiche” come non menzionare la frase che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo detto sparecchiando? «No, ma riesco a portarli tutti io i piatti!».
SBANF.
Non si salvò nulla. Né piatti, né pavimento.

NO. Non questi Gufi.

 

 

– Stanchi del solito gelido inverno? Volete riscaldarvi dalle fredde nottate di vigilia e capodanno? Attenti ai gufi che si nascondono nella cappa del camino e simulano un “buttati che è morbido” nel focolare in stile Babbo Natale!

 

 

 

 

– E invece per la serie “tu sei una brava persona ma in cucina non ci devi proprio stare”: l’affumicazione delle presine e dell’adiacente angolo cottura.
Eh certo, miei cari parenti ingegnosi: se lasciate le presine a penzoloni sopra il fuoco, per quale intercessione della Befana potete immaginare che non si brucino?! (Be′, da qualcuno avrò pur preso, temo…)

Tu metti giù immediatamente quella candela e levati il cappello buono della nonna. E TU VIENI SUBITO QUI CHE COME TI HO FATTO TI DISFO!!!

 

 

– E per il genere “tu non sei malvagio ma se stai lontano dalla mia casa è meglio”, ecco a voi i classici nipoti che sembrano stupidi ma in realtà lo sono anche di più: dopo ripetuti avvisi da parte della zia di non toccare le candele, le menti sopraffine pensano bene di far colare la cera sul centrotavola ricamato a mano.
Scappare non ti servirà a nulla: tua zia si trasformerà nel T-rex di Jurassic Park in 3, 2, 1…

– Tra gli eventi più demenziali accaduti esattamente durante un pranzo natalizio, come posso non menzionare il tentato suicidio di mio zio X che con incredibile tenacia ha provato instancabilmente a ingerire lo stuzzicadenti del cordon bleau?!
Motivazione: «Credevo fosse parte della carne!»

 

 

A volte non solo una manata

– Per non parlare della brillantezza con cui una persona a me vicina ha pensato bene di procurarsi un’ustione colpendo con con una manata la polenta appena portata in tavola sull’asse!

Ingerire quantità industriali di Tinset in Svizzera e passare Santo Stefano al telefono, investendo la tredicesima, contattando l’Antiveleni di Milano. Risultato? Sorella (sì, è lei la scema del villaggio che ha pensato bene di assumere un quantitativo da cavallo di antistaminico – ed è la stessa della polenta) che beve carbone e canta Io vagabondo al Pronto Soccorso svizzero.

– Anche i tuoi parenti discutono di argomenti qualsiasi senza ascoltarsi? Nonni e zii sono diventati insostenibili e “s’è fatta ‘na certa”? Ora c’è una soluzione: inventarsi morosi di dubbia identità per svignarsela dal cenone della vigilia.
Attenzione: l’ultima volta che mi sono giocata una furbata di tale portata mi sono ritrovata (in tacchi e abito) con un gruppo di amici che andava niente meno che… A un rifugio! Camminare con i tacchi sullo sterrato ghiacciato è stato un episodio degno di 1000 modi per morire!

– E per l’edizione critica di “Ho una famiglia particolare e il mio cane è tutto la sua padrona” curata dalla famiglia Zamboni, a voi il cane che, volendo a tutti i costi sabotare il presepe, cerca di leccare via l’acqua ghiacciata del laghetto rimanendovi attaccato con la lingua!

Dulcis in fundo, direttamente da racconti liguri, eccovi la gente che grida al miracolo perché dall’altoparlante della messa si sentiva la voce del papa (a causa di un’interferenza delle onde radio che chiaramente nessuno aveva colto!)

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