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Recensione – Apocalisse

di Erica Gazzoldi

La sfida di Vincenzo Di Pietro a Dan Brown prosegue. Dalla trama de Il numero di Dio (http://inchiostro.unipv.it/?p=12476 ), stavolta, si stacca un filo, che tesse un’Apocalisse (Milano 2014, Leone Editore).
Loredana Toscano (omonima della moglie dell’autore) sta sfruttando i poteri taumaturgici acquisiti durante le precedenti avventure per guarire i malati in un villaggio del Darfur. Una strage operata da predoni scoppia proprio lì, lasciandole l’anima distrutta e una cicatrice sulla fronte. A risvegliare Loredana dall’alcolismo arriva un “angelo” insolito: Larry Werger, colonnello delle forze speciali Onu. È lui a mostrarle un video contenente l’ultimo messaggio dell’archeologo William Layton: un resoconto del ritrovamento del Vangelo di Giuda. Il manoscritto conterrebbe il segreto fondamentale della missione di Cristo: un segreto tale non solo da mutare radicalmente il significato del Cristianesimo, ma anche da distruggere fisicamente l’umanità. Loredana, grazie alle proprie competenze matematiche, sarebbe l’unica in grado di leggere gli indizi per il ritrovamento della parola mancante nel manoscritto. Deve riuscirci prima dei suoi nemici, che firmano omicidi coi fiori del siliquastro, l’ “albero di Giuda”. Nel frattempo, misteriosi fatti di sangue stanno già correndo lungo i fili delle telecomunicazioni.
Come ne Il numero di Dio, Di Pietro collega i vangeli gnostici con i fatti di cronaca, il Vaticano con la nativa Pescara e la matematica con l’arte. Le nuove comparse sono: le Nazioni Unite, Caravaggio, Mani, Pitagora, Ireneo di Lione, Adolf Hitler, Caino, san Malachia e Nostradamus. Non mancano pause di quotidianità e tocchi di buongusto alimentare.
Di Pietro rifonde numerosi riferimenti colti in un romanzo assolutamente pop, come i precedenti. Svagandosi con questo thriller, il lettore viene contemporaneamente sfidato con questioni di più ampia portata. Perché il dolore? Ha senso lottare per salvare l’umanità? Loredana, a nome di tanti, deve scegliere fra l’abbandono alla disperazione e una fede che è –contemporaneamente- in Dio e negli uomini. Solo toccando il fondo, trova la spinta per risalire e soccorrere i propri simili.
Apocalisse significa “rivelazione”. Ma essa non vi sarà, se non dopo che tutte le scelte morali saranno state compiute. Come a Loredana, a ognuno tocca optare per l’ (auto)distruzione o per la solidarietà operosa. La via che porta frutto –inutile dirlo- è una sola.

Vincenzo Di Pietro, Apocalisse, (“Mistéria”), Milano 2014, Leone Editore, 244 pp., 13 €.
Booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=Mftu7nk8iwk

@EricaGazzoldi

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