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#restituitecitutto: la sentenza del TAR vinta dagli studenti contro il caro tasse

di Francesca Lacqua

Più di un milione e settecento mila euro sono le tasse in eccesso che l’Università degli studi di Pavia dovrà restituire ai propri studenti, qualora le istanze mosse dal Coordinamento UdU per il Diritto allo Studio vengano accolte anche dal secondo grado di giudizio del Tribunale amministrativo della regione Lombardia, dopo un primo grado favorevole espresso da una sentenza dello scorso 14 gennaio 2014.
Il sindacato studentesco spiega attraverso un comunicato che «viene di fatto annullato il bilancio preventivo del 2012 (approvato nella seduta del dicembre 2011 dal CdA dell’Università di Pavia, in spregio alla sentenza con cui, già nel 2011, il TAR aveva annullato, per gli stessi vizi, il bilancio preventivo del 2010)».

A permettere l’accoglimento del ricorso è stata l’esistenza di un parametro vincolante nello stabilire i limiti della contribuzione studentesca. Un parametro che non avrebbe dovuto superare il 20% del Fondo di finanziamento ordinario garantito dallo Stato: se lo Stato mette 100, il privato ha il diritto di non pagare più di 20 di tassazione. Ciò costituirebbe un vincolo a favore del carattere pubblico dell’ Università che permetterebbe una divisione abbastanza chiara tra privati e non. Questo è il vincolo che l’Università di Pavia non ha rispettato.
Nell’estate del 2012 la spending rewiew montiana inserita nel decreto Profumo ha di fatto eliminato i limiti di legge, togliendo il massimale del 20%. Nei fatti ora le tasse studentesche in Italia sono liberalizzate, pur essendo già un anno e mezzo fra le quarte più alte d’Europa. Il Coordinamento denuncia l’incostituzionalità della suddetta norma e chiede che essa venga modificata affinché garantisca uniformità su tutto il territorio nazionale e proporzionalità alle condizioni economiche, a tutela del carattere pubblico dell’ Università aperta ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi.
L’Università si era difesa attaccando le tesi alla base del ricorso,  e aveva affermato che lo sforamento del parametro del 20% era stato reso necessario dai tagli all’istruzione e che gli studenti per non vedersi tagliati i servizi avrebbero dovuto pagarli.

Allargando la situazione al piano nazionale, in un’indagine promossa dall’UdU a cui fa riferimento un articolo di Repubblica.it del 20 gennaio, notiamo che in 1 ateneo su 5 le tasse sono ancora troppo alte e che 11 sono le Università fuorilegge per quanto riguarda il superamento di quella soglia del 20% : si tratta quindi dell’«ulteriore dimostrazione di quanto gli atenei negli ultimi anni, illegittimamente, abbiano fatto pesare i costi dell’università sempre di più sulle spalle di noi studenti a causa dei continui ed ingenti tagli all’istruzione».

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