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Non solo in fuga

di Irene Doda

 

Non c’è solo chi fugge dall’Italia, ma anche chi la sceglie come meta per i propri studi e progetti di vita. Burak, studente del primo di anno di Scienze Politiche all’Università di Pavia, ha frequentato un liceo italiano nel suo paese di origine, la Turchia, e come sbocco naturale di questo percorso sta studiando nel nostro Paese. Ci ha parlato delle sue motivazioni, dei molti suoi compagni che hanno compiuto la stessa scelta, e dell’attaccamento alla sua cultura, che però non gli impedisce di sentirsi un cittadino del mondo.

 

Inchiostro: Che genere di diploma hai ottenuto in Turchia?
Burak: Ho finito l’indirizzo scientifico (un diploma pari a quello del liceo scientifico in Italia) del Liceo Galileo Galilei di Istanbul. In Turchia nei licei privati, come nel mio caso, si può scegliere il percorso al secondo o al terzo anno, invece le scuole pubbliche non offrono quasi mai percorsi diversi. Per entrare al liceo si deve fare un esame alla fine della scuola elementare, a seconda del voto che si ottiene si sceglie la tipologia della scuola. A Istanbul ci sono licei privati risalenti al periodo Ottomano, riservati una volta solo agli alunni non musulmani. Ci sono due licei italiani, cinque licei francesi, due americani, uno tedesco e uno austriaco.

Da cosa è stata determinata la tua scelta di studiare all’estero? Da motivi politici, sociali (assenza di opportunità nel tuo Paese…) oppure da una scelta soltanto familiare e personale?
Ho frequentato il liceo italiano, e ho avuto la possibilità di fare un’ esperienza di un anno in Italia; poi ho deciso di fare anche l’Università nel vostro Paese. Anche perché in Turchia all’Università si entra con un esame unico. Ogni anno più di 1,5 millioni di persone fanno gli esami per quasi 345.000 posti disponibili. Io avevo la possibilità di fare lo stesso corso in Turchia, ma ho deciso di compiere una scelta che mi portasse lontano da casa.

Sono molti i ragazzi turchi che compiono la tua stessa scelta?
Sì, ci sono tanti ragazzi turchi che vanno a studiare all’estero. Di solito sono ragazzi che finiscono i licei privati stranieri e privati di Istanbul e di altre grandi città. All’ultimo anno del liceo eravamo in 24, e 8 stanno studiando all’estero. I turchi di solito preferiscono studiare in Inghilterra e negli Stati Uniti. Invece i ragazzi che finiscono licei privati stranieri tendono ad andare di più al Paese di origine delle loro scuole.

Sei venuto qui per restare o per tornare? Vedi il tuo futuro nel tuo Paese natale oppure all’estero?
Non sono venuto qui per restare, dopo 3 anni voglio spostarmi in un altro Paese, Inghilterra o Stati Uniti per proseguire gli studi. Mi piacerebbe lavorare in futuro in Asia o in America. Amo tantissimo la Turchia, però non penso di ritornarci ancora per un po’.

Cosa ti attirava dell’Italia? Perché l’hai scelta come luogo per i tuoi studi universitari?
Sempre perché ho frequentato un liceo italiano e ho fatto un anno di esperienza in Italia. Anche perché era un Paese che conoscevo già abbastanza bene.

Una domanda più generale: cosa pensi della Turchia in Europa? Ti senti europeo? Avverti una differenza culturale, ora che vivi e studi qui in Italia oppure no?
Per me la Turchia non appartiene all’Europa. Non abbiamo una tradizione e cultura in comune. Questa non è una cosa negativa, come non è una cosa positiva essere italiani, francesi o americani. La vera differenza fra la Turchia ed Europa è la religione. Questa “piccola” differenza per me ha tantissimi effetti anche nella relazione fra la Turchia e l’UE. Nessuna persona sincera può dire che la Turchia non entra nell’UE solo perché non riesce ad arrivare agli standard dell’Unione. Mi sento di più un essere umano uguale a tutti gli altri che un turco o un europeo. Le nazionalità sono delle identità create dall’uomo stesso. E ovviamente la cultura, ovunque, dipende anche dall’ambiente in cui si cresce: dalla città e dalla famiglia.

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